Sfasamento della fenologia: la crisi climatica nascosta nelle uova degli uccelli

28/03/2022

Fonte: rinnovabili.it - Le Aziende Informano

Un risultato “scioccante” dall’analisi dei tempi di nidificazione e deposizione delle uova per decine di specie dell’avifauna americana: 1 su 3 ha anticipato di 25 giorni in 100 anni. Finendo fuori sincrono con l’ecosistema

Lo studio sullo sfasamento della fenologia è apparso sul Journal of Animal Ecology

In 100 anni il cambiamento climatico ha fatto anticipare di 1 mese la nidificazione e la deposizione delle uova per molte specie di uccelli. Esponendoli a problemi nuovi, come le gelate invernali tardive e una disponibilità di cibo più bassa. È quello che succede quando gli animali e il loro ambiente vanno fuori sincrono: uno sfasamento della fenologia delle specie che condividono lo stesso ecosistema le mette a rischio tutte quante.

Il dato arriva da uno studio americano sull’avifauna di Chicago, che ha usato la concentrazione di CO2 in atmosfera come proxy per valutare il ruolo del climate change nello sfasamento della fenologia delle specie locali. Gli scienziati hanno analizzato le tendenze di nidificazione di alcune specie di uccelli tramite campioni di uova raccolti nella zona della metropoli. Comparando i dati con quelli delle 72 specie per le quali esistono serie storiche, hanno rilevato che circa un terzo degli uccelli studiati sta nidificando con molto anticipo.

Quanto in anticipo? Praticamente un mese. Lo studio apparso oggi sul Journal of Animal Ecology riporta che queste specie, tra cui si annoverano i comunissimo passeri di campo, un altro passeriforme come la ghiandaia azzurra americana, e la dendroica gialla (tutte specie molto diffuse nelle Americhe) depongono le uova con 25 giorni di anticipo in media rispetto ai loro progenitori di 100 anni fa. Tra questo gruppo di specie di uccelli che hanno anticipato di più la nidificazione, lo studio rileva anche punte di 49 giorni.

La media di anticipo di tutte le specie analizzate, invece, si attesta intorno ai 10 giorni. Vi sono poi differenze di tempi a seconda delle abitudini delle specie. Quelle stanziali anticipano di 15 giorni, quelle che migrano a lunga distanza di 16, gli uccelli migratori a raggio più limitato 18 giorni. “È stato scioccante trovare questi dati”, ha detto al Guardian John Bates, autore principale dello studio. “Ciò punta chiaramente nella direzione che il cambiamento climatico sta avendo un effetto significativo sul comportamento degli uccelli. È un altro pezzo del puzzle che stiamo cercando di capire in termini di impatti”.