Coronavirus: Manifesto Assisi, non dimenticare le lezioni

20/04/2020

Fonte: ansa.it - Ambiente&Energia - Istituzioni

Centrali sanità e ricerca, rafforzare alcune politiche pubbliche

"Molte lezioni di questi giorni difficili non andranno dimenticate. La centralità della sanità e della ricerca, la necessità di rafforzare alcune politiche pubbliche, la rivalutazione del sistema agroalimentare e della distribuzione, il ruolo che possono svolgere lo smart-working e la formazione a distanza anche in futuro, l'importanza sia ora sia ancora più nell'avvenire del buon funzionamento delle infrastrutture basilari che reggono la vita di tutti i giorni anche in situazioni di emergenza".

Lo scrivono in una lettera aperta i promotori del Manifesto di Assisi contro la crisi climatica. Tra di loro, il presidente della Fondazione Symbola, Ermete Realacci, il Custode del Sacro Convento di Assisi, padre Mauro Gambetti, il Direttore della rivista San Francesco, padre Enzo Fortunato, il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, il presidente uscente di Confindustria, Vincenzo Boccia, l'Amministratore Delegato Enel, Francesco Starace, e l'Amministratore Delegato di Novamont, Catia Bastioli. Ha firmato il Manifesto di Assisi anche il neo presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, durante un'iniziativa presso Assolombarda a dicembre scorso.

"Dobbiamo lavorare perché la necessaria ripresa della vita, nel nostro come in altri Paesi, sia orientata a valorizzare un'economia e una società più a misura d'uomo e per questo più capaci di futuro - prosegue la lettera -. Uno dei paragrafi più importanti e coraggiosi della Laudato Sì afferma: 'La finanza soffoca l'economia reale. Non si è imparata la lezione della crisi finanziaria mondiale e con molta lentezza si impara quella del deterioramento ambientale'. Un rischio che si corre anche di fronte alla tempesta del Coronavirus. Esistono le condizioni perché questo non accada, perché con responsabilità e concretezza si imbocchi una strada nuova, perché 'non c'è nulla di sbagliato in Italia che non possa essere corretto con quanto di giusto c'è in Italia'".