Riscaldamento a biomasse, uno studio a Milano sulle emissioni in città

23/12/2020

Fonte: QualEnergia.it - AIEL_Associazione Italiana Energie Agroforestali

Il Comune di Milano e l'Agenzia Mobilità Ambiente e Territorio, in collaborazione con Aiel e con il supporto del Politecnico di Milano realizzeranno un'indagine in campo per quantificare sperimentalmente le emissioni dei principali inquinanti che incidono sulla qualità dell’aria.

Quante sono le emissioni causate dal riscaldamento civile a biomassa legnosa a Milano? Come paragonarle con le altre fonti energetiche?

Il Comune di Milano e Amat (Agenzia Mobilità Ambiente e Territorio), in collaborazione con Aiel, Associazione Italiana energie agroforestali, e Carbotermo SpA, azienda milanese delle soluzioni termiche da biomassa, e con il supporto specialistico del Politecnico di Milano e del laboratorio Water & Life Lab, realizzeranno un’indagine in campo per quantificarle sperimentalmente.

L’indagine, voluta dal Comune nasce dal confronto con gli operatori del settore ed è finalizzata a raccogliere con approccio sperimentale i reali dati emissivi di alcuni impianti termici ad alta efficienza presenti in città.

Lo studio, coordinato da Amat, avviato in questi giorni, riguarderà la misurazione in campo delle emissioni dei principali inquinanti che incidono sulla qualità dell’aria: particolato primario, ossidi di azoto, composti organici totali derivanti dagli impianti civili a biomassa.

Inoltre, con uno studio LCA (valutazione del ciclo di vita) eseguito dal Politecnico di Milano saranno successivamente quantificate le emissioni climalteranti (CO2eq). L’obiettivo della sperimentazione è quello di effettuare un confronto fra le prestazioni delle caldaie alimentate a biomassa legnosa con quelle di impianti a combustibili liquidi e gassosi e ad altre fonti rinnovabili (ad esempio le pompe di calore).

Con questo approccio metodologico, il Comune di Milano intende fare il punto sul tema dell’utilizzo della biomassa legnosa per la produzione di energia in contesti geografici nei quali il rispetto dei limiti sulla qualità dell’aria è un aspetto critico, individuando requisiti prestazionali (indipendenti dal combustibile utilizzato) documentabili e compatibili con le politiche locali.

I requisiti prestazionali potranno essere anche più stringenti rispetto a quelli previsti dalla normativa nazionale e regionale qualora comparabili con quelli prodotti dalle altre fonti energetiche.

Si vogliono individuare così soluzioni tecnologiche e impiantistiche compatibili con l’urgenza di ridurre le emissioni di particolato atmosferico e quindi individuare soluzioni che stimolino la ricerca e l’innovazione tecnologica a produrre sistemi di riscaldamento a biomassa sempre più efficienti dal punto di vista ambientale, avvalendosi del contributo di una fonte di energia rinnovabile anche per la lotta contro il cambiamento climatico.

“Con l’adesione a questo progetto, Aiel ha voluto affermare ancora una volta che il settore del riscaldamento a biomassa vuole dare il proprio contribuito al miglioramento della qualità dell’aria e per questo si mette a disposizione delle istituzioni per essere messo nelle condizioni di perseguire questo obiettivo. Siamo infatti convinti che sia possibile ottenere un considerevole miglioramento della qualità dell’aria, applicando misure anche molto severe e limitative, ma che non danneggino uno dei settori economici trainanti, e spesso trascurati, dell’economia dell’energia rinnovabile nazionale”, afferma il presidente di Aiel Domenico Brugnoni.