Il punto di vista di Bioenergy Europe sul report JRC "L'uso della biomassa legnosa a uso energetico in UE"

29/01/2021

Fonte: aielenergia.it - News

Bioenergy Europe, l’Associazione europea che riunisce le associazioni europee che si decano alla bioenergia e di cui anche AIEL fa parte, accoglie con favore il rapporto del Joint Research Centre (JRC) della Commissione europea sull'uso della biomassa legnosa per la produzione di energia nell'UE. Con la sostenibilità della biomassa saldamente al centro dell'attenzione dei media, il rapporto riporta a una discussione onesta ed esplicita per "disintossicare il dibattito sulla sostenibilità della bioenergia a base di legno"

Bioenergy Europe, l’Associazione europea che riunisce le associazioni europee che si decano alla bioenergia e di cui anche AIEL fa parte, accoglie con favore il rapporto del Joint Research Centre (JRC) della Commissione europea sull'uso della biomassa legnosa per la produzione di energia nell'UE. Con la sostenibilità della biomassa saldamente al centro dell'attenzione dei media, il rapporto riporta a una discussione onesta ed esplicita per "disintossicare il dibattito sulla sostenibilità della bioenergia a base di legno". L'industria delle bioenergie ribadisce il suo impegno a contribuire a questo dibattito in modo costruttivo, mettendo i propri dati e il proprio know-how al servizio dei decisori e della comunità scientifica.

Lo studio sottolinea che una rapida implementazione dei criteri di sostenibilità REDII ridurrà efficacemente al minimo gli impatti negativi associati all'uso della biomassa legnosa a fini energetici. Affinché l'attuazione sia ottimale, la legislazione e le linee guida forestali devono essere adatte allo scopo, adeguatamente applicate e monitorate.

Inoltre, la ricerca del JRC conferma che la porzione più consistente (49%) del legno di provenienza Ue a uso energetico è rappresentata da sottoprodotti delle industrie di lavorazione del legno, corteccia e legno post-consumo. Mentre il cosiddetto "legno primario" rappresenta il 37% della miscela, questo è principalmente derivato da cime degli alberi, rami e altri cascami di scarso valore. Questi risultati sono coerenti con le crescenti sinergie tra il settore della bioenergia e le altre industrie forestali, che sempre di più operano in un’ottica di uso circolare delle materie prime sostenibili.

Inoltre, riducendo ulteriormente il legno primario utilizzato dal settore bioenergetico, il rapporto sottolinea un trend poco noto: almeno la metà del legno utilizzato nel settore della bioenergia proviene da boschi cedui. Questa pratica di gestione, tra le più antiche, rappresenta un'importante fonte di sviluppo economico per le comunità/aree rurali dei Paesi del Mediterraneo.

Tuttavia, considerando la complessità delle interazioni con altri settori, la disponibilità dei dati potrebbe migliorare. Bioenergy Europe confida che la piena attuazione del Regolamento sulla governance dell'Energy Union contribuirà a migliorare la disponibilità e la qualità dei dati sugli usi della biomassa legnosa.

Per quanto riguarda il suggerimento di abbassare la soglia di esenzione per l'attuazione dei criteri di sostenibilità, Bioenergy Europe ritiene che ciò non dovrebbe rientrare nell'ambito della prossima revisione. In effetti, la relazione del JRC non copre gli aspetti socio-economici, né tiene conto dell'analisi dei costi. Inoltre, lo studio non fornisce informazioni su come la modifica di tale soglia possa scoraggiare ulteriori investimenti nel settore, minando il raggiungimento della transizione.

Per quanto riguarda le conclusioni dello studio su come migliorare i criteri di sostenibilità, Bioenergy Europe sostiene la protezione delle foreste primarie, delle praterie e delle foreste ad alta biodiversità.

Jean-Marc Jossart, Segretario generale di Bioenergy Europe, spiega che: "Il settore della bioenergia è orgoglioso di svolgere un ruolo pionieristico nel garantire la sostenibilità della sua catena di fornitura: i criteri di sostenibilità RED II sono il primo passo verso una governance olistica della sostenibilità indipendentemente dagli usi finali e dalla provenienza geografica”.