Produrre calore dal pellet con meno di 1 g/GJ di polvere emessa
Fonte: AgriForEnrgy
Lo studio ha riguardato la determinazione dei fattori di emissioni delle polveri e del Benzo(a)pirene di impianti termici alimentati a pellet di potenza compresa fra 50 e 500 kW, funzionanti in condizioni reali.
L’utilizzo della legna ai fini del riscaldamento domestico è, soprattutto nei centri urbani, una delle pratiche fortemente messa in discussione da parte dei decisori politici e dell’opinione pubblica a causa del suo impatto sulla qualità dell’aria.
Se da un lato questo combustibile è rinnovabile, dall’altro il suo utilizzo contribuisce in modo signiicativo all’inquinamento atmosferico da particolato anche nei centri urbani delle città lombarde1.
Il Piano Energetico Nazionale prevede di arrivare, nella produzione di energia termica, a una quota di rinnovabili di almeno il 28% sui consumi lordi finali al 2030; necessariamente l’utilizzo della biomassa giocherà un ruolo importante nel raggiungimento di questo obiettivo.
Contemporaneamente i governi locali e regionali stanno predisponendo delle speciiche norme per limitare l’utilizzo della combustione della legna ai ini energetici negli impianti civili. Il recente accordo siglato
dalle regioni del Bacino padano prevede, ad esempio, delle limitazioni nell’installazione di generatori di calore alimentati a biomassa legnosa che non garantiscano bassi livelli emissivi. Queste limitazioni si
inaspriscono nelle aree geograiche caratterizzate da frequenti superamenti dei limiti di inquinamento atmosferico.